Nel 2014 un gruppo di artisti ha realizzato il grande murale Niguarda antifascista, che campeggia su via Ettore Majorana, all’ingresso del quartiere. Giovani writer separati dai partigiani da due o anche tre generazioni. Ma non per questo distanti da quegli ideali di libertà che spinsero uomini e donne a sacrificare la propria vita negli anni Quaranta.
“C’è ancora molta passione”, racconta Eras, ventisei anni, uno degli artisti del collettivo Volks Writerz, che ha realizzato il murale. “Le storie dei partigiani di Niguarda le abbiamo sentite raccontare dai nostri nonni o padri. Molti di loro erano vivi fino a pochi anni fa.” Già, questo popoloso quartiere a nord di Milano nel corso degli anni è (ovviamente) cambiato molto, ma è rimasto fedele a se stesso quando si parla di antifascismo. Basta girare per le strade e alzare un po’ il naso per scoprire lapidi a ogni angolo, ben tenute, con corone o fiori freschi, che ricordano la lotta e il sacrificio di tanti giovani per la democrazia. La sezione Anpi Martiri niguardesi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) organizza visite guidate alle lapidi “per ricordare chi siamo”. Nel 2016 il collettivo Volks Writerz ha realizzato nell’atrio di via Hermada 8, edificio di proprietà della cooperativa Abitare, un murale, dedicato alla partigiana Cesarina Rossi, che apparteneva ai Gruppi di difesa della donna che avevano la sede proprio in quelle case.
Insomma, la Resistenza a Niguarda è Storia che viene vissuta ancora oggi. Qui la festa della Liberazione inizia il 24 aprile, perché i partigiani niguardesi liberarono il quartiere il giorno prima, erigendo barricate nelle principali vie di accesso. Una lotta partigiana nata all’interno delle grandi fabbriche, che lungo tutto il Novecento hanno caratterizzato il paesaggio non solo di questo quartiere, ma anche di quelli vicini (Bovisa, Dergano o Affori) e dei comuni a nord della città come Sesto San Giovanni. Migliaia di persone lavoravano per la Pirelli, la Breda, la Falck, la Magnaghi o la Manifattura Tabacchi, per citare solo alcune delle aziende.
Oggi al posto della Pirelli c’è l’Università degli studi Milano-Bicocca, in una parte della Manifattura Tabacchi ha trovato casa la Civica scuola di cinema. E se Niguarda è conosciuto da tutti i milanesi anche per il suo (omonimo) grande ospedale, nato nel 1939, molto meno nota è invece la sua origine contadina, testimoniata dai resti di alcune cascine e dalle grandi ville, costruite nei secoli scorsi e divenute dimore di campagna dei “signori” di Milano: Villa Trotti, Clerici, Calderara, Mellin, Lonati e Corio. Villa Clerici e Villa Lonati sono oggi visitabili: la prima ospita la Galleria d’arte sacra dei contemporanei e diverse attività sociali, mentre la seconda è diventata la sede del settore Parchi e giardini del Comune di Milano.
Nella foto in alto uno scorcio del murales dei Volks Writerz situato in via Ettore Majorana: qui tutti i dettagli sull’opera