L’illegale, l’underground e l’effimero a Torino

5 Agosto 2019

di IVANA DE INNOCENTIS


Era il 2014 quando feci la mia prima visita alla città di Torino, guidata dal mio innato spirito da reporter e dalla mia passione per ogni forma di arte urbana. Per comprendere la scena torinese iniziai con quella che mi dissero essere una tappa obbligata dell’underground, ovvero il Bunker. Questo spazio industriale, riqualificato e attivo dal 2012, è da allora un contenitore creativo e comunitario di eventi, ma soprattutto ha accolto per anni una vera e propria “colonizzazione artistica”. All’interno vi si trovano infatti opere di artisti italiani e stranieri, del calibro di 108, 2501, Pixel Pancho, Seacreative, Zed1, Hogre & JB Rock, Nychos, The London Police e Phlegm.

Altro luogo simbolo dell’underground torinese, di cui ho ampiamente scritto sul mio blog di arte urbana e nel mio libro Urban Lives, è Parco Dora (nella foto in alto, scattata in occasione del tour guidato inaugurale di Maua Torino). Considerato uno dei migliori esempi in Italia di aree post-industriali riconvertite in luoghi di incontro, socialità, arte urbana e sottoculture, il Parco Dora ha accolto, tra le tante iniziative, graffiti jam e festival di arte urbana, e da anni è contraddistinto da un continuo ricambio di writer, tipico delle cosiddette hall of fame. Tanti sono infatti gli artisti nazionali e internazionali che vi hanno dipinto, tra cui alcuni esponenti e protagonisti della scena underground locale che comprende i Guerrilla Spam, Ufo5, El Euro, MrFijodor, Corn79, Etnik, Fabio Petani, Truly Design, Piove e tantissimi altri.

Al di là degli interventi spontanei, a Parco Dora non sono mancati neanche iniziative indipendenti, graffiti jam e festival di arte urbana ben strutturati. La manifestazione apripista di una lunga serie è stata l’edizione 2012 del festival Picturin, durante la quale tre artisti di fama nazionale, ovvero Graphic Surgery, 2501 e V3rbo, hanno dipinto le tre torri dell’area Vitali, mentre su un muro di 400 mq si svolgeva una graffiti jam. Da allora, in questo polmone verde torinese si sono susseguiti festival, jam e perfino workshop di graffiti e street art tour. Memore di un periodo di quasi un anno trascorso a Torino tra hall of fame, festival, gallerie, luoghi di ritrovo, studi di artisti e perfino posti abbandonati (indimenticabili la giornata in un hotel abbandonato con gli artisti AK, MrFijodor e Marta Cortese, o quella in compagnia di Guerrilla Spam, Collettivo FX, MrFijodor e Corn79), credo che una delle iniziative più originali e rappresentative della storia dell’arte spontanea a Torino sia stata la Shit Art Fair. Questa fiera non autorizzata, nata da un’idea del collettivo dei Guerrilla Spam in opposizione alla fiera annuale Artissima, ha avuto luogo per 3 anni di seguito (2014-2016) nel tunnel del Parco del Valentino. L’azione consisteva in un attacchinaggio di poster e si svolgeva nell’arco di una sola notte, con il coordinamento di amici e artisti, sebbene fosse il risultato di mesi di lavoro curatoriale, produttivo, strategico e promozionale. Infatti, se la prima edizione era una sorta di mostra personale degli Spam, le ben più complesse seconda e terza edizione erano invece delle vere e proprie mostre collettive. Vi hanno partecipato una cinquantina di artisti della scena locale e nazionale, suddivisi in “famosi” e “giovani emergenti”. Ho avuto il piacere di partecipare attivamente alla seconda edizione e credo che, tuttora, possa essere considerata una delle migliori iniziative di “arte effimera”, svolte in Italia. Sul fronte del graffiti writing, poi, Torino è sempre stata molto attiva, con una scena cospicua che orbita tanto in città quanto in periferia e in provincia, e anche grazie al prezioso impegno di associazioni locali quali Il Cerchio e Le Gocce e Monkeys Evolution.

Se in provincia un evento di rilievo, che merita di essere menzionato, è Sketchmate (organizzazione impeccabile, tante edizioni, tanti writer coinvolti e location sempre diverse), a Torino non si può non menzionare Mistura. Organizzato da Monkeys Evolution nell’estate 2015, ha coinvolto 60 artisti arrivati da tutta Italia e dall’estero, famosi o emergenti, per dare colore a una stazione grigia, periferica e poco frequentata, ovvero Torino Stura. Insomma, Torino è una meta indispensabile da visitare per comprendere e apprezzare l’arte urbana in tutte le sue forme: dagli imponenti muri del Festival Picturin (primo festival internazionale di muralismo in Italia), alle graffiti jam, ai progetti di rigenerazione urbana di stazioni e quartieri periferici, fino ai piccoli e grandi interventi spontanei sparsi per la città.

Il presente testo è tratto dal catalogo Maua Torino, acquistabile sul sito di Terre di Mezzo Editore. Anche dalle sue pagine è possibile fruire dei murales in realtà aumentata, basta inquadrarle con la app Bepart scaricabile gratuitamente dai PlayStore per Android e iOS.