Il 21 aprile 2017 il Comune di Milano ha emesso il “Bando alle Periferie” con la finalità di erogare finanziamenti destinati alla rigenerazione urbana di cinque aree periferiche milanesi: Giambellino-Lorenteggio, Adriano-PadovaRizzoli, Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare, Niguarda-Bovisa e QT8-Gallaratese. Quando abbiamo letto il bando abbiamo subito capito che era una sfida importante. Abbiamo passato il mese di maggio insonni, lavorando di giorno e progettando la notte. Dopo innumerevoli bandi scritti negli ultimi anni, questa volta c’era anche la sensazione di tornare alle origini, di lavorare per la nostra città, nei quartieri in cui siamo cresciuti. L’intero mese è volato via riunione dopo riunione, facendo emergere una rete di partenariato solida che credeva nel progetto intitolato “Milano Città Aumentata”. Quando in pieno agosto il Comune ci ha comunicato che eravamo stati selezionati, abbiamo interrotto improvvisamente viaggi e vacanze. Il lavoro operativo è iniziato con settembre. Abbiamo presentato il progetto nei cinque quartieri di riferimento, e incontrato novantaquattro realtà territoriali del terzo settore, con l’obiettivo di coinvolgere gli operatori e soprattutto i loro ragazzi in un programma itinerante di workshop. In ventisei tra associazioni, cooperative sociali, scuole superiori, biblioteche e centri diurni hanno accolto la proposta in tempi brevi e con entusiasmo. La prima metà di ottobre è stata un workshop continuo: dieci pomeriggi con centosette ragazzi di età compresa tra quattordici e diciotto anni. I workshop erano introdotti da una lezione di fotografia teorica, per allineare tutti sul da farsi. Abbiamo poi camminato per le strade, con lo spirito degli esploratori, alla ricerca delle più belle opere di street art dei quartieri scelti. Abbiamo fotografato ogni opera con differenti inquadrature e con attrezzature professionali e annotato una serie di informazioni, come la posizione Gps, l’autore, lo stato di conservazione ecc. Una parte di questo lavoro è confluito nel catalogo, infatti le fotografie sono quelle scattate durante i workshop. Tuttavia qui emerge solo la punta dell’iceberg dell’operazione mappatura svolta: sono state individuate, fotografate e indagate complessivamente più di 160 opere di street art che descrivono una scena milanese molto vivace. Il primo ottobre si sono aperte le iscrizioni per partecipare al workshop “Diventare Animation Designer in Realtà Aumentata”. Dopo cinque giorni, gli iscritti erano centotredici, tra cui abbiamo selezionato cinquanta profili. Durante i quattro giorni di laboratori c’è stato spazio per la formazione teorica e per la produzione di contenuti. Agli iscritti, che avevano già delle conoscenze base di programmi di grafica, video editing e modellazione tridimensionale, sono state insegnate metodologie pratiche per creare contenuti in realtà aumentata. Ogni partecipante, dopo aver adottato l’opera murale preferita, si è avventurato in un processo di ideazione e progettazione e ha prodotto un contenuto multimediale predisposto per apparire in realtà aumentata. Cinquanta partecipanti sono quindi diventati autori di oltre cinquantacinque opere digitali, visitabili in MAUA nelle strade della città grazie all’applicazione Bepart. Abbiamo anche contattato quaranta realtà no profit che si occupano di ragazzi con disabilità o che vivono in zone difficili. Oltre sessanta giovani hanno partecipato ai workshop che li hanno fatti diventare sceneggiatori e attori di contenuti in realtà aumentata. Si sono alternate attività di disegno, a momenti di recitazione e animazione utilizzando la tecnica del green screen e la stop motion. Il risultato sono installazioni collettive che appaiono, grazie alla realtà aumentata, direttamente in città (opere 11 e 38) e sulla mappa interattiva di MAUA. Questa esperienza di coproduzione e curatela diffusa è stata emozionante per tutte le persone coinvolte, compreso il team di progetto. Durante le giornate passate a camminare, fotografare, recitare e produrre contenuti multimediali, è stato arricchente relazionarsi con ragazzi unici, ognuno con la sua storia, con un’energia creativa unica e con un legame particolare con la città di Milano e i suoi quartieri. Il catalogo e la mappa di MAUA narrano cinque percorsi a tappe che percorrono le cinque aree di riferimento del progetto, per un totale di cinquantatre siti espositivi immersi nel tessuto urbano. Si tratta di veri e propri tour di street art e arte digitale. E se si vuole essere accompagnati dagli artisti che hanno partecipato ai percorsi e da curatori che immergono il visitatore sia nella scena della street art milanese, sia nella storia dei quartieri attraversati, si può prenotare una visita guidata attraverso la piattaforma streetartfactory.eu. Questo progetto è stato realizzato nella sua totalità in soli quattro mesi grazie a una progettazione chiara, all’energia e alla professionalità della rete di partenariato che ha messo in campo oltre venticinque persone. Ci portiamo a casa un’esperienza magnifica, tante nuove relazioni con i più giovani creativi della città e la speranza di aprire un dibattito sulla relazione tra persona, spazio urbano, arte e tecnologia.