Ogni progetto è per noi il tassello di un grande mosaico che ricalca la nostra ricerca di creazione di spazi artistici/urbani nuovi, nel solco di una fruizione più democratica dell’arte. ll nostro percorso con l’arte partecipata inizia nel 2010: chiamati dalla sezione didattica del Museo di arte moderna e contemporanea (Mart) di Rovereto per un workshop sulla stencil art, realizziamo un’opera temporanea all’entrata del museo; l’adesione e l’interessamento fu superiore alle aspettative, e il risultato qualitativo ci dimostrò di poter utilizzare la stessa metodica per realizzare opere permanenti, mantenendo il massimo della qualità artistica. Nello stesso anno vinciamo un bando pubblico per la decorazione del muro di cinta dell’ospedale di Mantova: è l’occasione per realizzare nuovamente l’intervento in modalità “partecipata”, collaborando con l’Istituto d’arte del territorio. L’intesa e l’energia che si crearono nella produzione di quell’opera murale portarono il gruppo a terminare con molti giorni di anticipo il lavoro. Ancora oggi i ragazzi sono “custodi” di quella storica produzione, che ha contribuito ad avviare una nuova tradizione di muralismo a Mantova, e alcune relazioni con i partecipanti a quel cantiere perdurano ancora oggi, con entusiasmo e stima. Da lì abbiamo esportato il nostro format artistico in molte altre città italiane. La nostra esperienza ci insegna che una produzione site specific affidata alle mani di chi vive il territorio, porta ad articolare il valore e il senso di intervenire in modo permanente sulla città. In quanto autore, il partecipante interagisce esponenzialmente con l’opera e con il suo supporto, tanto più che questo è un luogo vivo. Questa metodica di lavoro si rivela di grande successo e la portiamo avanti nella convergenza di diverse necessità. Alla rigenerazione urbana, ricercata dalle amministrazioni, si affianca sempre il bisogno di costruzione di una memoria collettiva e un’identità dei luoghi, emergente dai cittadini o dai committenti. Per costruire la collaborazione con gli studenti delle classi superiori, oggi spesso utilizziamo la forma “alternanza scuola-lavoro”. Altrove bistrattata, nel nostro caso riesce a generare un’esperienza tanto emozionante quanto professionalizzante nei più giovani. Attraverso la collaborazione su progetti relativamente lunghi, sfidanti dal punto di vista creativo, fisicamente impegnativi, nonché di impatto sociale, i volontari con cui collaboriamo riescono ad appropriarsi della complessità di una progettazione territoriale, fatta sì di pittura open air, ma anche di studio, concentrazione, sicurezza in cantiere, visibilità pubblica. Grande parte delle nostre commissioni oggi arriva anche dai brand, che sponsorizzano interventi di arte pubblica utilizzando i murales come attività culturali volte a migliorare un contesto pubblico, non come campagne pubblicitarie, avvalendosi della successiva spendibilità in comunicazione. Questa possibilità di modificare la finalità smaccatamente profit dei brand è indicatore delle potenzialità collaterali del muralismo, quale agente di uno spirito dei tempi all’insegna del superamento del trito modello consumistico e massificante che l’arte urbana ha sempre affrontato. Spesso con sfrontatezza, in questo caso con superiore dignità.