Elogio alla Capitanata: «Omaggio alla mia terra, a chi lotta per la legalità e alle donne molestate»

25 Ottobre 2021


«Elogio alla Capitanata è il primo murale animato in realtà aumentata di Foggia e vuole essere un omaggio alla mia terra d’origine, a chi lotta per la legalità e a tutte le donne molestate». Così lo descrive l’autrice Viola Gesmundo, architetta, illustratrice, performer e street artist di origine foggiana, le cui opere murarie sono sparse fra Rotterdam, Torino, Milano, Parigi e New York.

L’intervento artistico è frutto di un progetto che ha visto collaborare la street artist con l’Università di Foggia per la riqualificazione della sede storica dell’ateneo ed è stato finanziato dalla Regione Puglia attraverso i fondi europei dedicati al Programma Operativo Regionale 2014-2020. Viola Gesmundo ha scelto di realizzarlo interamente con la tecnica a pennello, utilizzando vernici a base d’acqua, a basso impatto ambientale. Il murale è entrato ufficialmente nella galleria del MAUA – Museo di Arte Urbana Aumentata ideato da Bepart Cooperativa Impresa Sociale, che conta più di 120 opere di street animate in realtà aumentata sparse fra Milano, Torino, Palermo e Waterford (Irlanda).

DAFNE: IL SIMBOLO DELLE DONNE PERSEGUITATE RIVIVE GRAZIE ALL’ARTE DIGITALE 

“Elogio alla Capitanata” ha letteralmente cambiato il volto dello stabile in cui ha sede il DAFNE (Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti, Risorse Naturali e Ingegneria dell’Università di Foggia) ed è ispirato alla omonima ninfa protagonista, insieme ad Apollo, di un grande classico della mitologia greca. Secondo il mito, infatti, i due finirono nel mirino di Cupido, ma Apollo fu colpito da una freccia in oro che lo fece innamorare follemente, mentre a Dafne fu indirizzato un dardo di piombo che suscitò in lei un sentimento di respingimento totale. A tal punto da indurre la ragazza a chiedere ai genitori – la madre Gea dea della terra e il padre, il fiume Peneo – di trasformarla in un albero, per porre fine a questa fuga infinita da Apollo.

Il mito è rappresentato nell’animazione digitale del murale, realizzata in collaborazione con Carlo Mossetti. Per visualizzarlo basta inquadrare l’opera con l’app gratuita Bepart. «Inquadrando il murale con lo smartphone il fruitore lo vedrà animarsi  – spiega Viola Gesmundo – La storia è raccontata dal punto di vista di Dafne: del suo disagio profondo nell’essere toccata, presa per le vesti e i per capelli da un pretendente che lei non desidera affatto. Una situazione che purtroppo vivono realmente e quotidianamente moltissime donne in tutta Italia, vittime di stalking, di uomini che non desiderano e che spesso non accettano la fine di una relazione. Questo murales è dedicato a tutte loro», sottolinea la street artist, che nella propria produzione artistica affronta spesso il tema dei diritti violati delle donne.

Guarda il video con l’animazione digitale

I COLORI DELLA CAPITANATA: IL BELLO DI UNA TERRA CHE LOTTA PER LA LEGALITÀ

«La realtà aumentata permette di innestare nuovi livelli narrativi sulle opere – prosegue Viola Gesmundo – e grazie a questa tecnologia sono riuscita a trovare il modo di lanciare un messaggio duplice: il murale, infatti, porta i colori della mia terra. L’ho realizzato durante l’estate e mentre dipingevo, purtroppo, il Comune di Foggia è stato sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata. Una notizia che mi ha molto rattristato, ma che mi ha anche fatto riflettere molto. Ho lavorato per un mese sui ponteggi, immersa nel silenzio e in un caldo torrido che ha raggiunto anche i 46 gradi: pensare a chi viene sfruttato attraverso il caporalato per il lavoro nei campi è stato naturale. Ma Foggia è anche molto altro. La mia opera descrive le cose belle e i colori di questa terra e le vuole valorizzare: la Capitanata è campi di grano, di pomodori e di ulivi ed è popolata da tante persone che lottano per la legalità ed è questa la bellezza che vogliamo vedere e far vedere. Ringrazio l’Università, la Regione Puglia e Bepart per avermi dato l’opportunità di realizzare quest’opera».

MAUA: IL PROGETTO IN NUMERI

MAUA è un museo diffuso, a cielo aperto, composto da più di 120 opere d’arte muraria in realtà aumentata, nato dall’idea di proporre itinerari culturali inediti, fuori dal centro e dai più tradizionali circuiti dell’arte. Dalla sua creazione i murales hanno superato le 900.000 visualizzazioni.

MAUA – ideato da Bepart Cooperativa sociale Impresa culturale e realizzato con la collaborazione di numerosi partner – ha mosso i suoi primi passi in Sicilia, in fase sperimentale, grazie al progetto “Palermo città aumentata” che ha portato alla creazione di 20 opere di street art sparse per tutto il centro storico del capoluogo siciliano. Le tappe successive hanno poi toccato le città di Milano e Torino, dove sono presenti rispettivamente 50 e 47 opere. Nella primavera 2020 MAUA è sbarcato oltre i confini nazionali, approdando a Waterford, città irlandese che dal 2014 ospita un importante festival internazionale di street art. Il progetto, anche perché realizzato in pieno lockdown, ha permesso di dare vita a un esperimento da cui sono nati 8 murales animati in realtà aumentata.
A oggi la realizzazione di MAUA ha coinvolto più di 550 persone: 120 street artist, 266 studenti che hanno preso parte ai workshop fotografici per la mappatura della street art nelle quattro città, 136 digital artist che hanno animato le opere nei workshop per la realtà aumentata, una decina di formatori, 20 autori dei testi critici dei cataloghi fra critici, curatori, studiosi, ricercatori, giornalisti e blogger.