POSIZIONE | Via San Giuseppe, Aielli, AQ, Italia |
ARTISTA | Bastardilla |
TECNICA | Pennelli |
ANNO | 2021 |
FOTO | MAUA |
Realtà aumentata: |
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TITOLO | Luci dall’abisso |
ARTISTA | Ester Crocetta |
Sulla parete della farmacia di Aielli Stazione, il murale Luci dall’abisso amplia l’orizzonte del museo a cielo aperto, offrendoci una delle sue visioni più struggenti. Finanziata dalla sezione soci Coop Marsica, l’opera di Bastardilla – artista di origine colombiana tra le voci più potenti della street art internazionale – ci colpisce con la forza di una visione universale e profonda.
Un’immagine monumentale, dal forte impatto emotivo, che trattiene lo sguardo e invita a riflettere. Un gruppo di persone in cammino – uomini, donne, anziani, bambini – fugge da terre spezzate, si affida al mare, alla speranza. Al centro, una madre solleva il figlio, affidandolo all’acqua come gesto estremo d’amore. Cosa spinge un essere umano a un tale atto? L’opera ci interroga sul senso della disperazione, del coraggio, della dignità che emerge nella fuga e nella resistenza.
In questo viaggio collettivo, l’umanità in fuga si fonde in un’unica Ombra cosmica, una figura nuova, sospesa tra cielo e abisso, costellata di stelle. È il simbolo di un’unità senza confini, dove le differenze non si cancellano, ma si trasformano in forza generativa. Le fiaccole accese tra le mani di alcuni sono segni di solidarietà, compassione e razionalità, che illuminano il cammino.
Un’opera che non solo commuove, ma esorta a vedere oltre i confini geografici e mentali, a immaginare un cielo comune, aperto a tutti. Perché come il cielo, anche l’umanità – quando si unisce – può essere senza limiti.
Nella versione in realtà aumentata del murale Luci dall’abisso, il viaggio dei migranti si trasforma in una visione simbolica e sospesa. Fiaccole luminose accompagnano le sagome di uomini gettati in mare, mentre il barcone diventa un gommone fragile, attraversato dall’ombra mutevole di un animale-lupo, figura ambigua e archetipica.
L’animazione gioca su un continuo scambio di forme: l’animale si fa barca, la barca diventa corpo collettivo, il braccio che penzola ricorda una coda, e infine il gommone si svuota, lasciando il mare abitato solo da luce e memoria. Nell’ultima visione, il lupo si ricompone in una costellazione di piccoli universi, evocando una riflessione poetica e drammatica sul viaggio, sull’attesa e sulle speranze che spingono l’essere umano verso l’ignoto.