POSIZIONE | V. Vallone, 322, 67041 Aielli AQ, Italia |
ARTISTA | Guerrilla Spam |
TECNICA | Pennelli |
ANNO | 2017 |
FOTO | MAUA |
Realtà aumentata: |
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TITOLO | Segnali di Vita |
ARTISTA | Federico Luciani |
Segnali di Vita è un’opera visionaria e filosofica firmata da Guerrilla Spam, collettivo nato a Firenze nel 2010 come forma spontanea e non autorizzata di intervento urbano. Con una cifra stilistica netta – bianco e nero, segno grafico deciso, tono provocatorio – il collettivo si è imposto come una delle voci più lucide e critiche dell’arte urbana contemporanea.
Il loro immaginario si allontana volutamente dai colori sgargianti della pubblicità e dai linguaggi del consumo, per restituire allo spettatore messaggi essenziali e diretti, capaci di interrogare il presente. I personaggi di Guerrilla Spam, spesso deformi, animaleschi, surreali, incarnano le contraddizioni dell’uomo moderno, riflettendo con ironia e dissenso temi sociali, politici e culturali.
Nel murale realizzato ad Aielli nel 2017, la narrazione si muove tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande: una figura antropomorfa e demoniaca domina la scena, il cui corpo diventa universo vivente e molteplice. Al suo interno si rivelano cellule, stelle, arbusti, animali, nuvole: un cosmo pulsante, quasi un corpo cosmico che racchiude e genera vita.
Tra i dettagli, un piccolo uomo ci guida alla comprensione, citando Franco Battiato: “Dentro di me vivono la mia identica vita dei microrganismi che non sanno di appartenere al mio corpo… io a quale corpo appartengo?”
Un’opera che è insieme domanda esistenziale e visione simbolica: un invito a riflettere sulla nostra collocazione nel mondo, sulla fragilità del corpo umano e sull’interconnessione profonda tra tutte le forme di vita. Guerrilla Spam porta così anche ad Aielli il suo messaggio “non richiesto ma necessario”, restituendo alla street art la sua funzione più autentica: destabilizzare, svegliare, far pensare.
L’artista ricostruisce in 3D il murale originale, dando forma e movimento alla figura umanoide che racchiude infiniti corpi al suo interno. Attraverso l’animazione in realtà aumentata, il dipinto si trasforma in un essere errante, condannato a vagare alla ricerca della risposta alla domanda esistenziale posta da Battiato: “Io a quale corpo appartengo?”.