| POSIZIONE | Santo Sofia D’epiro (cultura ARbres) - via roma. |
| ARTISTA | Slim Safont |
| TECNICA | Spray |
| ANNO | 2021 |
| FOTO | MAUA |
Realtà aumentata: |
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| TITOLO | La Memoria che sopravvive |
| ARTISTA | Chiara Carnovale |
Nel centro storico di Santa Sofia d’Epiro, antico borgo di cultura italo-albanese, l’artista spagnolo Slim Safont realizza un’opera che tocca corde profonde della memoria individuale e collettiva. Il murale raffigura un uomo anziano, col volto parzialmente celato, che tiene fra le mani una vecchia fotografia del proprio matrimonio: lui e sua moglie in abiti tradizionali arbëreshë, ritratti in una posa solenne, quasi rituale.
L’immagine, tratta da una fotografia autentica custodita da una residente del luogo, diventa il cuore simbolico dell’opera, trasformandosi in un’ode alla resistenza culturale di una minoranza linguistica che lotta da secoli per conservare la propria identità. L’uso di una pittura realistica, che dissolve i contorni del corpo in una trama di pennellate sfaldate, suggerisce la tensione continua tra il ricordo e il presente, tra ciò che si tramanda e ciò che rischia di perdersi.
Come dichiara lo stesso artista, quest’opera riflette il valore della conservazione delle radici, dei legami familiari, delle tradizioni che definiscono chi siamo. In un’epoca in cui molte comunità rischiano di scomparire nell’omologazione globale, Rrëfimi i kujtesës è un invito visivo a guardare indietro con rispetto, per costruire un futuro consapevole.
L’opera è stata realizzata all’interno del progetto Ylberi, curato da Gulìa Urbana, con il coinvolgimento diretto della popolazione locale, in un dialogo aperto tra arte, territorio e memoria.
L’opera di Chiara Carnovale è realizzata con una tecnica di animazione frame by frame, che accompagna lo spettatore in un viaggio visivo “attraverso le cornici del tempo”. L’artista rappresenta la memoria come un filo invisibile che unisce le generazioni, celebrando la riscoperta delle proprie radici come compimento di un ciclo vitale. Su una melodia popolare albanese, si susseguono immagini che evocano le comunità che, nei secoli, hanno intrecciato la loro storia a quella calabrese, integrando nuove culture senza mai recidere il legame con la propria terra, identità e tradizioni.