L’itinerario dell’aria ci aiuta a trovare il respiro della città. Per percorrerlo bisogna dirigersi verso le montagne, cercare con lo sguardo le Alpi. È un gesto comune per molti torinesi, serve a ritrovare la bussola tra le parallele e le perpendicolari della città.
Torino è alpina, esigente, punta al primato. Richiede rigore, compostezza, tenacia. Trasmette il bisogno di raggiungere la vetta. A volte le pareti delle Alpi sono visibili, altre volte sono avvolte dalla fuliggine. Torino è una sfida da interpretare, soprattutto se si arriva dal livello del mare. Troverete sempre qualcuno che vi farà notare qualcosa che non va, che vi chiede di ragionare, pensare alle conseguenze, esporre i dettagli. Il perfezionismo diventerà una vostra ossessione. Ma l’equipaggiamento per le scalate deve essere leggero, troppo peso limita il coraggio fino a farci tremare. Il nostro respiro non può essere un affanno, questo viaggio va fatto a pieni polmoni per cogliere la leggerezza, che è il sublime risultato della precisione.
Ci sono quindici opere leggere da vedere (Nella foto in alto l’opera di Galo). Ci fanno alzare lo sguardo per riportare lo stupore in città. Ci ispirano e ci elevano, sono picchi di libertà: ricreano davanti alle montagne una catena colorata che ci aiuta ad affrontare le scalate senza rigidità. Vederle tutte d’un fiato scatena effetti desiderati sulla nostra creatività. Le opere sono appostate nei pressi delle grandi strade che regalano a Torino la velocità. Sono una rincorsa per spiccare il volo. Corso Ferrucci, corso Peschiera, corso Brunelleschi, corso Monte Grappa, corso Tassoni, via San Donato. Si nascondono tra le parallele e le perpendicolari della città. Ci appaiono quando ci sentiamo schiacciati, ci invitano a salire nel cielo per superare le difficoltà.
Il nido è il Mau, Museo d’Arte Urbana nel Borgo Vecchio Campidoglio, il primo centro d’insediamento artistico permanente all’aperto in Italia. Qui dal 1995 sono state realizzate 170 opere d’arte contemporanea. Passeggiare tra le vie strette e le case basse del borgo ci restituisce le dimensioni di un’impresa impossibile. Sono i piccoli passi a fare grandi le scalate.
Questo itinerario si estende fino alle Vallette, un quartiere costruito per far fronte all’emergenza abitativa negli anni Sessanta. Qui le strade sono sempre state in salita, le scalate obbligatorie, guidate dal bisogno di riscatto. La cima l’hanno messa più in alto e se cadi ti fai davvero male. Qui c’è una comunità che ti perdona, ma appena esci dal quartiere, scopri che il cammino non è uguale per tutti. Lungo la traversata, però, si trovano sempre degli ottimi compagni di cordata. Perché Torino è una città difficile ma offre molte opportunità. Ti impone di essere all’altezza, ti prepara e ti rafforza, ti eleva fino alla vetta. Ti chiede di essere visionario, di immaginare che cosa c’è al di là, di fare l’ultimo passo, di compiere una rivoluzione. Di non aver paura di volare.
Il presente testo è tratto dal catalogo Maua Torino, acquistabile sul sito di Terre di Mezzo Editore. Anche dalle sue pagine è possibile fruire dei murales in realtà aumentata, basta inquadrarle con la app Bepart scaricabile gratuitamente dai PlayStore per Android e iOS.